CONSULTA DELLE SCUOLE ITALIANE DI PSICOTERAPIA COGNITIVA E COMPORTAMENTALE

PROGRAMMA

Da tempo le Scuole italiane di Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale (CBT) riconosciute dal MIUR considerano l’opportunità di instaurare tra loro una maggior collaborazione e di rappresentarsi all’esterno in modo unitario; le Società scientifiche di riferimento (AIAMC e SITCC) hanno sostenuto iniziative in tal senso, con esiti però limitati. Negli ultimi anni quella che sembrava una cosa utile e auspicabile è, diventata, invece, necessaria e urgente.

La consapevolezza di ciò ha spinto diciotto Scuole a fondare nel febbraio 2015 la Consulta e altre Scuole ad aderire successivamente.

Le criticità che giustificano la necessità e l’urgenza sono:

  • il riconoscimento ministeriale delle Scuole di psicoterapia è avvenuto senza rispettare appieno il criterio “della validità dell’indirizzo metodologico e teorico-culturale e delle evidenze scientifiche che dimostrino la sua efficacia” (DM n. 509/98) e con valutazioni solo generiche in merito alle finalità dei corsi e alle caratteristiche della formazione;
  • il risultato finale della procedura, cioè l’autorizzazione di una pletora di Scuole, dei più diversi orientamento e di qualità molto variabile, richiede una rappresentanza specifica, unitaria e attiva di tutte le Scuole CBT presso il MIUR;
  • il riconoscimento si è centrato sulla figura del Direttore e su requisiti strutturali, senza dare la necessaria importanza all’orientamento teorico-metodologico, al corpo docente, alle metodologie didattiche e all’affiliazione alle Società scientifiche;
  • sono mancati strumenti di efficace monitoraggio delle attività formative, della qualificazione del personale docente e delle materie di insegnamento;
  • persiste, e in alcuni contesti aumenta, la difficoltà a garantire ai corsisti la formazione pratica e a fornire loro competenze cliniche, in particolare attraverso tirocini validi e svolti in ambiti sufficientemente ampi e/o vari.
  • è da più parti sostenuta la necessità di “estendere alle Scuole di psicoterapia gli accertamenti di qualità già previsti per il sistema universitario”, con il rischio di vedere calare dall’alto procedure poco pertinenti ed adatte a questo specifico ambito;
  • i cittadini e le istituzione continuano ad avere una conoscenza inadeguata del campo della psicoterapia, in particolare della CBT e delle sue applicazioni utili al benessere psico-fisico dell’individuo e della comunità;
  • altrettanto insufficiente è la disponibilità e l’accessibilità per le persone con disturbi emotivi comuni e con altre specifiche condizioni di sofferenza psicologica dei necessari trattamenti CBT, anche in riferimento all’impegno del Servizio Sanitario Nazionale di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza;
  • la disseminazione nella pratica della CBT, quando è avvenuta, ha riguardato principalmente i trattamenti più conosciuti, consolidati, strutturati e di provata efficacia; trattamenti che non possono essere utilizzati come “semplici tecniche” ma richiedono una completa formazione nella CBT e un assessment adeguato (diversamente da quanto a volte ritengano psicologi e psichiatri di altro orientamento);
  • continua la tendenza al calo della domanda di formazione in psicoterapia, che tocca, seppure in misura più limitata, anche le Scuole di CBT; questa tendenza può essere affrontata rendendo più efficace ed efficiente la formazione, più riconoscibile, di maggior valore sociale e meglio spendibile sul mercato del lavoro il titolo specifico

Per affrontare queste criticità e promuovere la specificità e la qualità della formazione italiana in CBT, la Consulta si propone di:

  1. potenziare il coordinamento tra le Scuole di formazione in CBT e la possibilità di svolgere iniziative collaborative e in comune, sia in ambito scientifico-culturale che in difesa dell’immagine della CBT e degli psicoterapeuti con formazione cognitivo-comportamentale;
  2. mettere in comune tra le Scuole materiale didattico e di addestramento, in particolare il materiale clinico (ad esempio videoregistrazioni diagnostiche e di trattamento) indispensabile per fornire effettive competenze;
  3. mettere in comune tra le Scuole i percorsi e le procedure che hanno favorito lo svolgimento di valide esperienze di tirocinio (compresi i tirocini professionalizzanti retribuiti) e l’inserimento nel mondo del lavoro degli specializzandi e degli specializzanti, in modo da consentire l’estensione di tali accordi e convenzioni al di fuori dell’ambito territoriale dove sono nati; interloquire unitariamente con il MIUR per la modifica delle modalità di tirocinio, anche in riferimento alla possibilità di svolgerlo in parte all’interno dei servizi clinici attivati dalla Scuola;
  4. curare, con la collaborazione delle Scuole, la produzione e la divulgazione di materiale informativo, anche in forma audiovisiva, sulla CBT e le sue applicazioni;
  5. dotarsi di mezzi multimediali per la comunicazione di massa, anche in collaborazione con le Università, con gli Ordini professionali, con le Associazioni scientifico-culturali e con le Associazioni di utenti, e condurre specifiche campagne di comunicazione su temi socialmente rilevanti;
  6. organizzare, con il concorso delle Scuole, congressi, convegni, conferenze, simposi, seminari ed altre attività scientifiche e divulgative aperte alle istituzioni, ai portatori di interesse e alla cittadinanza; organizzare iniziative di conoscenza e sensibilizzazione per gli studenti universitari, in particolare nelle sedi di Corsi di laurea dove l’orientamento teorico-metodologico CBT è poco considerato;
  7. avviare un processo di accreditamento delle Scuole che verifichi e promuova la qualità della formazione in CBT e consenta di arrivare pronti ad eventuali proposte di accreditamento istituzionale avanzate dal MIUR; a tale scopo sarà individuato unitariamente il percorso più adatto e valido (accreditamento ISO 9001, accreditamento tra pari…);
  8. sostenere le Scuole aderenti o, se richiesto, rappresentarle nei rapporti con le istituzioni e i portatori di interesse;
  9. mettere a disposizione degli psicoterapeuti formatisi presso le Scuole aderenti Linee guida, protocolli diagnostici e di trattamento, strumenti e materiali per la diagnosi e il trattamento già esistenti o, se necessario, promuoverne l’elaborazione, la messa a punto e la diffusione.

Per lo svolgimento di queste attività e il raggiungimento dei corrispettivi obiettivi la Consulta si propone di agire in collaborazione con le Società scientifiche di riferimento. Negli ultimi anni queste hanno potenziato in modo significativo la loro iniziativa verso i soci e la fornitura di servizi; proprio questo rende necessaria (e lascia spazio a) un’iniziativa, sinergica, di potenziamento della collaborazione tra le Scuole di CBT e di rappresentanza unitaria verso l’esterno